lunedì 30 luglio 2012

CONTO SCEC PERSONALE E COME FUNZIONA ARCIPELAGO !


 ecco come appare la schermata del proprio conto scec dopo l'iscrizione !


COME FUNZIONA ARCIPELAGO SCEC?

L’associazione è formata da iscritti, ma è viva grazie all’apporto dei suoi
“Sostenitori”. E’ la figura che più di ogni altra è significativa in Arcipelago.
Il Sostenitore non è colui che dona denaro: dona se stesso, il suo tempo, la sua
passione. Ma non solo.
Il Sostenitore mette a disposizione le proprie esperienze, peculiarità, conoscenze e
professionalità perché ha la cosciente volontà di partecipare alla costruzione di una
società nuova.

I Sostenitori sono costruttori veri, nei fatti, di realtà totalmente nuove.
Queste persone, “visionarie” e concrete ad un tempo, si sono divise oneri e compiti
per offrire la migliore organizzazione possibile coerente con una delle finalità
dell’associazione: creare gruppi attivi sui territori.
Cosa è un gruppo attivo territorialmente? E’ l’insieme delle persone che si sono
assunte la responsabilità di vivere e sostenere realmente, in concreto, il proprio paese,
quartiere, borgo.

I Sostenitori compongono oggi il Coordinamento Nazionale di Arcipelago Scec: è
costituito da quanti hanno dato vita, sui territori, ad associazioni locali di Arcipelago,
le Isole.
Siamo presenti nelle regioni attraverso 11 isole territoriali, che a loro volta
coordinano “Porti”, paesi, borghi, quartieri, lì dove sono presenti sostenitori del
progetto, ai quali vengono messi a disposizione tutti gli strumenti e il sostegno
necessari.

Il riferimento base sul territorio è il PuntoScec: è uno luogo dove è possibile
associarsi, ritirare i propri Scec, conoscere altri sostenitori e partecipare all’attività
specifica sul territorio. E’, nel contempo, un punto di incontro e di operatività.

domenica 29 luglio 2012

Scec in Puglia

Apre a Casarano (LE) il “Punto SCEC”

 Arriva lo Scec: Già attivo in tutta Italia è’ uno speciale buono-sconto spedibile in tutti gli esercizi commerciali, dell’artigianato, agroalimentare e moltissimo altro, a livello nazionale.
Gli Scec vengono accreditati anche ai privati Gratuitamente. 

Si scrive Scec e foneticamente richiama lo check vale a dire l’assegno bancario, ma non rappresenta nessuna moneta. E’ più semplicemente l’acronimo di “Solidarietà che cammina” una associazione di privati cittadini che ha quale fine quello di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e le realtà produttive locali. 

Come? Attraverso appunto l’uso dello Scec. Una originale soluzione concepita dal basso, dai consumatori, per contrastare l’attuale crisi economica. Lo Scec è assimilabile ad un buono sconto, simile a quelli che, in particolare i supermercati, distribuiscono ai clienti i quali all’acquisto del prodotto ricevono uno sconto a fronte della presentazione del buono sconto. La differenza è che mentre il buono sconto vale solo e unicamente per quel supermercato che lo ha emesso, lo Scec ha validità in una vasta gamma di attività commerciali riuniti nella rete “Arcipelago Scec” che riconoscono il valore dello Scec e l’accettano al momento della vendita dei loro beni e servizi. 

Gli Scec sono emessi in vario taglio e sono ritirabili presso i referenti dell’associazione Solidarietà che cammina.
Come funziona tecnicamente lo Scec? Ciascun commerciante decide preventivamente quale percentuale assegnare ai propri prodotti: se il 10, il 20, il 30 e così via. Il che vuol dire che per i beni e servizi che egli vende normalmente, per esempio a 100 euro, incasserà 90 euro e uno Scec da 10, se la percentuale è del 10 per cento; 80 euro e uno Scec da 20 se lo sconto applicato è del 20 per cento, e così via. Poiché gli Scec vengono accreditati ai privati gratuitamente, il vantaggio di chi li usa per fare acquisti è che risparmia le somme corrispondenti agli Scec utilizzati. 

E per i commercianti qual è il vantaggio? Il meccanismo è analogo a quello attuato dai privati: gli Scec incassati li potranno spendere presso i fornitori o altre attività commerciali. Oltre al non trascurabile vantaggio di poter attirare un maggior numero di clienti. “Lo Scec Non è - spiega il dott. PierLuigi Paoletti Analista Economico - una moneta complementare, perché non assolve a nessun requisito monetario, ma è il buono della Solidarietà che Cammina, uno sconto, uno strumento semplice che usato, in modo intelligente e trasparente, può risolvere alcuni aspetti degli attuali problemi delle economie locali e aiuta il processo di ricostruzione delle comunità economiche e sociali, creando una rete di solidarietà. Lo Scec trattiene e favorisce il reinvestimento della ricchezza sul territorio che l’ha prodotta, fa collaborare imprese e famiglie, aiutandole in questo momento di crisi”.  puntosceccasarano@gmail.com

Estratto da tuttocasarano.it

venerdì 27 luglio 2012

LO SCEC NON E' UTOPIA! è già qui.

“Fanno 10 euro, anzi, 8 euro e 2 SCEC”

In varie parti d’Italia è in uso una forma di pagamento alternativo: un riduttore di prezzo che si accompagna agli euro e difende l’economia del territorio da quella globale della grande distribuzione.

 Anziani, bambini, giovani coppie e single. Tutti ma proprio tutti affollano il box numero 9 del mercato di San Lorenzo a Roma. Hanno in mano dei soldi e vogliono spendere. Non sono euro né dollari o tantomeno sterline. Sono gli SCEC (acronimo di Solidarietà ChE Cammina). Una banconota alternativa, un buono sconto. O una cartonota come preferiscono chiamarla quelli dell’ associazione Arcipelago SCEC che, dal 2008, riunisce sotto un'unica regia analoghe forme di transazione commerciale esistenti in italia già da prima, come gli Ecoroma, appunto a Roma.

Luca, un ragazzino di 14 anni, è stato mandato dalla madre a fare la spesa. Un chilo di peperoni, due di spinaci e una confezione di fragole. In tutto 10 euro. Il bambino però mostra gli SCEC. E il titolare del negozio si corregge: “ Scusami allora sono 8 euro e 2 SCEC. Noi – spiega il negoziante - accettiamo il 20% del totale in SCEC”. Ma c’è chi si fa pagare anche per il 15% o 10%, sempre da accompagnare all’euro.

Guai, comunque, a chiamarla moneta, banconota o denaro: “ È un riduttore di prezzo che vale in tutti quegli esercizi che la riconoscono - spiega Pierluigi Paoletti, presidente di Arcipelago SCEC - Va sempre accompagnato all’euro. Il negoziante che lo accetta batte lo scontrino solo sul prezzo in euro”. Un progetto senza fini di lucro come tengono a precisare dall’associazione: “ Lo SCEC – sottolinea Paoletti - acquisisce valore quanto più elevato è il numero di persone che si associano”. In questo modo il fruttivendolo che ha incassato la cartonota acquisterà la merce da quei fornitori che riconoscono lo SCEC. Oppure andrà in una pizzeria della capitale dove la cartonota è accettata.

Questo – precisa Paoletti - anche per trattenere le risorse sul territorio a discapito della grande distribuzione che porta all’estero soldi incassati”. A Roma, come nel resto d’Italia, questo progetto sembra riscontrare un certo gradimento. Vuoi la crisi o l’antipatia per l’euro, le adesioni della cartonota sono in ascesa. Nella capitale si contano 1323 soci di cui 238 ordinari. Questi ultimi rappresentano gli esercizi che si fanno pagare anche con lo SCEC. E si va dal fruttivendolo al medico, dal calzolaio al ristoratore. “ Vogliamo creare – conclude Paoletti - un’economia solidale”. Tuttavia non tutti credono a questa idea. Roberto Pasca ordinario di economia politica all’ Università La Sapienza si mostra perplesso e specifica che “ il denaro non è né di destra e né di sinistra. Non penso che un progetto del genere possa funzionare su larga scala credo che abbia dei forti limiti tecnici".

Intanto, Luca, il ragazzino che ha comprato frutta e verdura al box numero 9 è felice: “ Mi piacciono gli SCEC e poi ho due euro in più in tasca”.

wired.it

NON SOLO DENUNCE DAL GIORNALE,MA ANCHE SENTENZE DA IMPUGNARE!vecchia sentenza sulla banca d'italia colpevole per signoraggio!


Signoraggio
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL GIUDICE DI PACE DI LECCE

Avv. Cosimo Rochira ha pronunciato la seguente
SENTENZA,
nella causa civile iscritta al numero del ruolo generale indicato a margine, avente l'oggetto pure a margine indicato, discussa e passata in decisione all'udienza del 8.07.2005,
promossa da
DE GAETANIS GIOVANNI, rappresentato e difeso dagli aw. A. Tanza e A. Pimpini
ATTORE

C/

BANCA CENTRALE EUROPEA-BANCA CENTRALE D'ITALIA S.P.A.
rappresentata e difesa dagli avv. M. Perassi, M. Mancini, A. Frisullo
CONVENUTA

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con atto di citazione del 12.10.2004, Giovanni De Gaetanis conveniva in giudizio "la Banca centrale europea, e, per essa, la locale articolazione individuata nella Banca Centrale d'Italia s.p.a" chiedendo di accertare incidenter tantum e dichiarare che la proprietà della moneta è della collettività nazionale europea, mentre la Banca Centrale ha unicamente il compito di provvedere alla stampa. In conseguenza di ciò, dichiarare che l'intera Massa Monetaria in circolazione è di proprietà dei componenti dell'Unione Europea, e che, per l'effetto, il Debito Pubblico non esiste, dovendosi, al contrario, ritenerlo Credito Pubblico. In conseguenza di ciò condannare l'Istituto di emissione al pagamento della somma, forfettariamente indicata, di €. 1.100,00 con espressa rinuncia al sovrappiù. Condannare altresì il convenuto, al pagamento delle spese, diritti e onorari di causa
La Banca d'Italia, si costituiva in giudizio all'udienza del 26 novembre 2004, chiedendo il rigetto di tutte le domande ex adverso proposte siccome improponibili ed inammissibili e comunque infondate, nonché spiegando domanda riconvenzionale per la condanna di controparte al risarcimento dei danni per lite temeraria ai sensi dell'art. 96 c.p.c.. In particolare la convenuta eccepiva il proprio difetto di legittimazione passiva, l'assoluta carenza di azione, di interesse di agire e di legittimazione attiva in capo a parte attrice e l'infondatezza nel merito delle richieste avversarie.
All'udienza del 17 dicembre 2004, veniva respinta l'eccezione di difetto di legittimazione passiva formulata dalla Banca d'Italia ed ammessa la C.T.U richiesta dall'attore.
All'udienza dell'8 luglio 2005 le parti presentavano le proprie controdeduzioni tecniche alla CTU, precisavano le conclusioni riportandosi ai rispettivi scritti
difensivi, quindi la causa veniva trattenuta per la decisione.
Motivi della decisione
Si premette che la causa, dato il suo valore sino ad € 1.100,00, viene decisa ex art. 113, 2° comma c.p.c. secondo equità ed in osservanza delle norme e dei principi informatori della materia.
La domanda è fondata, pertanto va accolta per quanto di ragione. L'eccezione di difetto di legittimazione passiva, sollevata dalla convenuta è infondata anche alla luce delle conclusioni del CTU dott. Mazzeo Maurizio il quale individua nella Banca d'Italia il soggetto che trae gli utili dal reddito di signoraggio,come risulta dal bilancio della stessa Banca. Peraltro l'atto introduttivo risulta esser stato ritualmente notificato alla Banca centrale europea e, per essa, alla locale articolazione individuata nella Banca Centrale d'Italia S.p.A.
La domanda riconvenzionale formulata dalla convenuta ex art.96 c.p.c. non può, certamente essere accolta, oltre che per la fondatezza della domanda attrice che pertanto escluderebbe l'accoglimento del punto relativo alla condanna per temerarietà, anche per la pacifica circostanza che la formulata domanda ex art. 96 c.p.c. non può essere che equiparata all'accessorietà delle spese processuali che giammai possono essere tenute in conto nella determinazione del valore della causa anche per la impossibile unilaterale determinazione da parte del richiedente.
L'elaborato peritale ha anche chiarito l'esistenza dell'interesse ad agire e la legittimazione attiva del De Gaetanis, avendone determinato l'esatto diritto al risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito di signoraggio. Al C.T.U. veniva formulato il quesito di accertare di chi fosse la proprietà della moneta ed, in particolare se questa fosse della collettività nazionale o di altro ente, accertando il danno medio derivante dal cosiddetto debito di signoraggio.

Questo giudizio si fonda, dunque, sulla C.T.U. che risulta essere ben motivata e scevra di alcun vizio e/o difetto logico e/o di motivazione. La relazione tecnica descrive, in breve la storia della Banca d'Italia, gli aspetti istituzionali, le funzioni, i criteri operativi ed i fini istituzionali.
Questi fini di natura pubblica la Banca d'Italia assolve in piena autonomia e indipendenza, ritraendone gli utili e i frutti, che divide tra i "partecipanti" come una società per azioni.
Lo Statuto del Sistema Europeo di Banche Centrali e della Banca Centrale Europea definisce reddito monetario (art.32) il reddito ottenuto dalle banche centrali nazionali nell'esercizio funzioni di politica monetaria del Sebc. Lo Statuto fissa anche le regole per la determinazione del reddito monetario e per la sua distribuzione tra le banche centrali dei paesi partecipanti all'euro. Prima di esaminarle, il perito ha ritenuto opportuno chiarire il concetto di reddito monetario.
Quando la circolazione era costituita soprattutto da monete in metalli preziosi (oro e argento), ogni cittadino poteva chiedere al suo sovrano di coniargli monete con i lingotti d'oro e argento che egli portava alla zecca.
Il sovrano, ponendo la sua effigie sulla moneta, ne garantiva il valore, dato dalla quantità e dalla purezza del metallo in essa contenuto. In cambio di questa garanzia, tuttavia, tratteneva per sé una certa quantità di metallo: l'esercizio di questo potere sovrano venne chiamato signoraggio.
Introdotta la circolazione della moneta cartacea, slegata dall'oro ( soppressione delle c.d. riserve auree), sono mutate le modalità di formazione del signoraggio, ma non la sua natura, che resta quella di un introito dello Stato connesso con l'emissione di moneta.
Il CTU ha determinato il reddito monetario, come la differenza tra gli interessi percepiti sulle attività e il costo, modesto, di produzione delle banconote, chiarendo che costituisce il moderno reddito di signoraggio, o reddito monetario, proprio lo scarto tra il primo ed il secondo importo.
La domanda dell'attore è altresì fondata sulla violazione del disposto dell'art. 3, 3 comma dello statuto della Banca d'Italia, infatti prevede che le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio Superiore, solamente da uno all'altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente. In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della
partecipazione maggioritaria al capitale della banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici.
Risulta, invece, che solo il 5 % è posseduto dall'INPS ( Ente Pubblico ), il restante 95 % appartiene ad privati Gruppo Intesa Gruppo San Paolo IMI Gruppo Assicurazioni Generali BNL ecc..
Il C.T.U., nella sua relazione, ha chiarito che il reddito dell'istituto, causato dall'attività e dalla circolazione di moneta posta in essere dalla collettività nazionale, dovrebbe vedere lo Stato quale principale beneficiario e non gruppi di privati.
Il C.T.U. conclude che, per il periodo preso in esame 1996-2003, la sottrazione del reddito di signoraggio in danno alla collettività (quota attribuita a soggetti privati dalla Banca d'Italia) può determinarsi alla luce dei suddetti criteri e dei prospetti analitici di calcolo riportati nelle relazione peritale, in complessivi €.87,00 corrispondenti ad un danno medio rilevato per cittadino residente alla data del 31.12.2003.
La somma complessiva che spetta, quindi, all'attore per il titolo dedotto in giudizio ex art. 2033 e 2041 C. e. è di € 87,00.
P.Q.M.
Il Giudice di Pace di Lecce, aw. Cosimo Rochira, definitivamente
pronunciando cosi provvede:
a) Accoglie la domanda per i suddetti motivi e condanna la convenuta, anche in via equitativa, a corrispondere all'attore la somma di € 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito di signoraggio, oltre interessi legali dalla domanda all'effettivo soddisfo;
b) non accoglie la domanda riconvenzionale per le ragioni di cui in motivazione;
c) compensa le spese di giudizio in considerazione della novità della
questione trattata;
d) pone le spese di C.T.U. a carico della convenuta soccombente.

Così deciso oggi in Lecce, 15 settembre 2005
Il Giudice
Cosimo ROCHIRA

Depositata in Cancelleria il 26 settembre 2005
Il Cancelliere
Carlo DELLI

IL GIORNALE PARLA DI SIGNORAGGIO BANCARIO! ecco l'articolo :

IL GIORNALE PARLA DI SIGNORAGGIO BANCARIO! ecco l'articolo :

 

Bce, la fabbrica del debito che sta rovinando l'Europa

 Se tutti i giorni i Merkel, Monti, Barroso, Draghi scendono in campo per rassicurarci che «l'euro è irreversibile», vuol dire che stiamo assistendo a un rito scaramantico per allungare il più possibile la vita del moribondo. Tutti gli indicatori dell'economia reale attestano in modo inequivocabile che giorno dopo giorno siamo prossimi al funerale. Il nostro funerale. La recessione sempre più profonda, l'indebitamento pubblico che cresce, il Pil che si riduce, la produzione, le esportazioni e i consumi in calo, le tasse più alte al mondo, le imprese strangolate che chiudono, i disoccupati e i poveri che aumentano, i giovani senza prospettive.Ebbene, come è possibile che, da un lato, la crisi è causata dall'euro e, dall'altro, siamo noi italiani, noi europei, a pagarne le conseguenze? La risposta è nella recente dichiarazione del governatore della Bce (Banca centrale europea) Mario Draghi a Le Monde: «Il nostro mandato non è di risolvere i problemi finanziari degli Stati, ma di garantire la stabilità dei prezzi e mantenere la stabilità del sistema finanziario in tutta indipendenza».Ma come: la Bce dopo aver imposto condizioni spietatissime agli Stati per poter accedere al credito finalizzato al ripianamento del debito pubblico, ora ci dice che si lava le mani dei problemi degli Stati? Ma come: se questi problemi sono legati alla carenza di liquidità monetaria e l'unica istituzione titolata ad emettere l'euro è la Bce che si rifiuta di farlo? Ma come: quando le banche e le società quotate in borsa crollano si pretende il massiccio intervento degli Stati con denaro pubblico mentre quando gli Stati sono in crisi voltate loro le spalle?Il signoraggio è la differenza tra il costo reale e il valore nominale della moneta. 

 

 Oggi la Bce stampa la banconota da 100 euro al costo di 3 centesimi e la vende alle banche commerciali a 100 euro, più l'1% di interesse, in cambio di titoli di garanzia. Le banche rivendono la banconota allo Stato a un tasso superiore in cambio di buoni del Tesoro che sono titoli di debito. Lo Stato ripaga questi interessi facendoli gravare sulle tasse imposte ai cittadini. Quindi tutto il denaro in circolazione è gravato da interessi percepiti dalle banche e da tasse che gravano sulle nostre spalle. È così che noi siamo indebitati dal momento in cui nasciamo. È il sistema che di fatto corrisponde ad una «fabbrica del debito».Chi è il responsabile? A differenza di quanto si tenderebbe a pensare, la Bce è un'istituzione che svolge una funzione pubblica ma è di proprietà privata, detenuta da banche private, comprese quelle dei Paesi europei che non aderiscono all'euro. Ha la struttura di una società per azione e gode di autonomia assoluta dalla politica pur condizionando pesantemente la politica. Questa «fabbrica del debito» si è arricchita grazie a due nuovi trattati, il Fiscal Compact o Patto di stabilità, e il Mes o Fondo Salva-Stati, approvati il 19 luglio dal nostro Parlamento: così ci siamo ormai autocondannati ad essere indebitati a vita. Ci siamo impegnati, al fine di dimezzare il debito pubblico per portarlo al 60% del Pil, a ridurre i costi dello Stato di 45 miliardi di euro all'anno per i prossimi 20 anni, ciò che si tradurrà in nuove tasse e ulteriori tagli alla spesa pubblica; mentre per creare il Fondo Salva-Stati, l'Italia si è accollata la quota di 125 miliardi di euro, che non abbiamo. Nasciamo indebitati perché la moneta non la emette lo Stato ma una banca privata e abbiamo sottoscritto degli accordi con istituzioni sovranazionali le cui sentenze sono inappellabili. D'ora in poi lavoreremo sempre di più e vivremo sempre peggio per pagare i debiti. Ci limiteremo a produrre per consumare beni materiali, non ci saranno né risorse né tempo per occuparci della dimensione spirituale. Siamo ad un bivio epocale: salvare l'euro per morire noi come persona, oppure riscattare la sovranità monetaria per salvaguardare la nostra umanità. Ecco perché solo una nuova valuta nazionale emessa direttamente dallo Stato, che ci affranchi dalla schiavitù del signoraggio e scardini dalle fondamenta la «fabbrica del debito», emessa a parità di cambio con l'euro per prevenire fenomeni speculativi e inflazionistici, potrà darci la libertà di essere pienamente noi stessi nella nostra Italia che ha tutti i requisiti di credibilità e solidità per andare avanti a testa alta e con la schiena dritta.

giovedì 26 luglio 2012

L'iniziativa : ARCIPELAGO SCEC GINOSA

ARCIPELAGOSCEC ARCIPELAGO SCEC

Ripartire da noi significa restituirci quel valore che l’uso del denaro ci ha tolto: non il denaro in sé, che è solo un oggetto, uno strumento neutro, nato per veicolare al meglio quanto sappiamo fare e dare (merci, servizi, beni), bensì l’uso che ne è sempre stato fatto, distorto e fuorviante.
Per questo è nato lo ŠCEC.

Chi Siamo                                                                                                   

Un insieme di persone che voglia farsi Comunità deve prendere coscienza innanzi tutto del principio della responsabilità di ogni individuo, qualunque ruolo esso rivesta, qualunque sia il suo livello di cultura, coscienza, esperienza.
Solo questo potrà definirsi vera Democrazia: la partecipazione attiva di ciascuno a quanto diviene, si concretizza e continuamente si modifica nelle cose comuni e nella comunità nel suo complesso.
Ci sono motivazioni che muovono le persone, da sole o in gruppo, ad un agire concreto, costruttivo e positivo e  che prendono avvio da esigenze che hanno superato motivi di contrapposizione per lasciare il posto a moti di collaborazione.
Questo è all’origine e fondamento di Arcipelago ŠCEC.
Siamo una mescolanza e miscela di persone differenti per cultura e formazione; proveniamo da esperienze parziali, da categorie di professioni e mestieri, le quali hanno messo a disposizione di chiunque l’esperienza della loro unione e partecipazione condivisa. Viene ricercato il Massimo Comune Denominatore nella partecipazione attiva e responsabile: una Comunità di persone, di cittadini.

Per far questo Arcipelago ha “iniziato” dall’economia.
In economia ha “iniziato” dal mezzo di scambio.
Ciò è semplicemente coerente all’assunto del principio della responsabilità di ogni individuo; l’auto-responsabilità prenderà corpo da quanto oggi maggiormente divide, classifica, categorizza; da ciò che ci rende “concorrenti” l’uno con l’altro; da quello che pretende di misurarci non per quanto siamo ma per quanto possediamo.
Siamo partiti per questo lungo viaggio affrontando proprio ciò che oggi è quanto di più distante da un sentire sociale, aggregante, comunitario: la questione monetaria, che divide e abbandona.
Lo abbiamo fatto partendo da noi, dai nostri spazi, da quanto possiamo e dobbiamo fare senza aspettare adesioni dall’alto, da istituzioni o rappresentanze: è necessario, innanzi tutto, re-imparare a rappresentare noi stessi.
Ripartire da noi significa restituirci quel valore che l’uso del denaro ci ha tolto: non il denaro in sé, che  è  solo un oggetto, uno strumento neutro, nato per veicolare al meglio quanto sappiamo fare e dare ( merci, servizi, beni ), bensì l’uso che ne è sempre stato fatto, distorto e fuorviante.
Se il denaro diviene altro, assumendo un valore, ed un conseguente potere, ciò che può e deve essere fatto da noi è sottrargli questo fasullo valore, ed illusorio potere, e restituirlo a quanto è invece degno di avere un reale valore: l’essere umano e la sua Comunità, responsabile, democratica e aggregante.
Per fare ciò Arcipelago ha creato gli ŠCEC, i Buoni Locali.
PER INFO ,SITO: arcipelagoscec.net